
Un compleanno “storico”. Non sono molte le riviste scientifiche ad avere varcato un traguardo del genere: i 100 anni della “Rivista di diritto agrario”.
L’evento resterà a lungo nella memoria dei tanti intervenuti, il 25 novembre 2022, per festeggiarla a Pisa, a Palazzo della Sapienza, storica sede del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo pisano e da cinquant’anni sede della direzione della Rivista.
È stata l’occasione per ricordare insieme il ruolo fondamentale svolto da questa pubblicazione nel panorama delle scienze giuridiche, nel corso di un secolo caratterizzato da dittature e guerre, da sconvolgimenti economici e sociali e da un profondo mutamento della società italiana e dell’economia del settore agricolo, oggi proiettato verso il futuro e l’innovazione tecnologica.
Aperto da una profonda riflessione sistematica di Marco Goldoni, sul senso della Rivista nel divenire del diritto agrario, dal contributo storico di Paolo Passaniti e da un ampio sguardo di Antonio Sciaudone sulle sue connessioni e il suo rilievo internazionali, l’evento è proseguito nel pomeriggio con quattro contributi di Lorenza Paoloni, Alessandra Di Lauro, Luigi Russo e Irene Canfora, tesi fra analisi del presente e prospettive future. Il convegno è infine stato chiuso magistralmente dalla relazione conclusiva di Francesco Adornato.
La giornata ha offerto l’occasione per ricordare i momenti fondamentali dell’evoluzione del diritto agrario e del progressivo affermarsi dell’autonomia scientifica della materia (autonomia cui la Rivista ha dato un contributo essenziale), il ruolo internazionale della Rivista (vero punto di riferimento per i cultori giusagraristi del mondo intero, assieme all’IDAIC, di cui a lungo essa fu organo), i suoi “padri nobili” da Giangastone Bolla ad Antonio Carrozza (con il commosso intervento della figlia Maria Chiara Carrozza, oggi presidente del CNR).
Ed è stata l’occasione di riflettere, soprattutto, sull’importanza di ritrovare continuamente il significato del lavoro dell’agrarista in una tradizione secolare, con radici profonde ma con rami ben rivolti verso le problematiche del presente e del futuro (dal cambiamento climatico alla valorizzazione dei territori, dalla protezione dei patrimoni alimentari e dei saperi dei popoli alla sicurezza alimentare e alle problematiche dell’intera filiera agroalimentare: food quality, food safety, criticità nei meccanismi di concorrenza e di equa distribuzione del valore).
Il tutto, con la consapevolezza – secondo l’adagio di Gustav Mahler, sapientemente citato da Marco Goldoni nella sua apertura del convegno – che la tradizione, di cui la Rivista è testimonianza, “non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”.

